Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini

Piano nobile

 

 

Apre il 15 maggio alla Fondazione Luigi Rovati la mostra Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini. Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona. La mostra è dedicata al tema del dualismo e del doppio, nel rapporto bifronte, fisico e simbolico, di dialettica e contrapposizione. I protagonisti sono due bronzetti etruschi del III sec. a. C., a loro volta a confronto con due sculture di Gino Severini: il doppio nel doppio.

 

La mostra Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini, allestita nello Spazio Bianco al Piano nobile del Museo d’arte, prende spunto dall’interesse di Gino Severini (1883-1966) per il mondo etrusco, e più in generale per l’archeologia della sua terra d’origine e dal legame con Cortona, sua città natale. Assiduo frequentatore del Museo dell’Accademia Etrusca, nelle proprie opere si è spesso ispirato ai reperti conservati nel museo, a cui ha poi donato alcune delle sue opere più significative.

 

Il primo dei due bronzetti etruschi esposti datati III sec. a. C è Culsans, la divinità etrusca corrispondente al romano Giano, nume tutelare delle porte e dei passaggi; il secondo è Selvans, dio della foresta e delle attività agresti. Le due sculture recano sulla coscia una lunga iscrizione votiva in alfabeto etrusco, che ne chiarisce l’identità riportando il nome del dedicante, forse un personaggio che ricopriva una funzione pubblica. Preposti alla sorveglianza del confine tra area urbana e territorio circostante, il loro posizionamento ai lati della porta della città cortonese certifica la natura sacra di questo spazio liminare, già attestata in altri centri dell’Italia antica.

 

È proprio al Culsans etrusco che Severini si ispira per creare le due sculture esposte: il primo è Giano Bifronte, un bronzo realizzato agli inizi degli anni Sessanta, mentre il secondo, di maggiori dimensioni, è una fusione postuma realizzata per volontà della figlia Romana Severini. Quest’ultima scultura è stata poi donata all’Accademia Etrusca di Cortona.


Alla feconda attività pittorica di Gino Severini appartiene la Natura morta con aringa e compostiera blu, dipinta nel 1946-1947 come rielaborazione – con riferimenti al mondo etrusco – di un genere molto praticato dai pittori d’avanguardia: il quadro raffigura una tavola con aringhe in primo piano, arricchita dalla presenza di due vasi, una brocca e un recipiente, in cui si riconosce l’allusione al vasellame in bucchero che decorava i banchetti degli aristocratici etruschi.

 

Accompagna la mostra una pubblicazione edita da Fondazione Luigi Rovati, Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini con testi di Paolo Bruschetti, Sergio Angori, Romana Severini Brunori, Giulio Paolucci, Paolo Giulierini, Marco Belpoliti, Luigi Donati.

 

 

INFORMAZIONI

Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini
Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona
A cura di Sergio Angori, Paolo Bruschetti, Giulio Paolucci
Da un’idea di Giovanna Forlanelli

14 maggio – 15 settembre 2024

Fondazione Luigi Rovati | Museo d'arte
Corso Venezia 52, Milano

 

©Gino Severini, By SIAE 2024