FLR e Duke: per Vulci 3000 una collaborazione tra scavi e neuroscienze


 

È stato rinnovato nel 2022 il secondo triennio di collaborazione tra la Fondazione e la prestigiosa Duke University, mediante una partnership finalizzata al progetto di ricerca Vulci 3000 incentrata sullo studio dell’antica città di Vulci (Viterbo) tra l’epoca etrusca e quella romana. Vulci 3000 è un progetto della Duke University, leader in America nelle discipline umanistiche digitali e studi classici, sostenuto dalla Fondazione Luigi Rovati dal 2018, nell’ambito di collaborazioni con prestigiosi istituti accademici e di ricerca.

 

Fino ad oggi, grazie all’uso di tecnologie avanzate è stato ricostruito digitalmente l’assetto della viabilità antica, di grande fascino anche per i non addetti ai lavori; nel prossimo triennio gli obiettivi sono quelli mappare e sviluppare modelli 3D dell’area di scavo e metterli a disposizione del pubblico internazionale. L’acqua è l’elemento centrale di tutto lo scavo: pozzi, cisterne, reti idrauliche complesse caratterizzano le fasi etrusche e romane in un complicato disegno ancora tutto da decifrare.

 

Vulci rappresenta un bacino archeologico di grandissimo interesse che, attraverso gli scavi, porta alla luce l’evoluzione dell’area, con particolare attenzione allo sviluppo e alla trasformazione urbana, l’identità culturale, lo spazio pubblico e privato, le tecniche di produzione.

 

Un quadriennio di attività del gruppo internazionale della Duke University, guidato da Maurizio Forte, ha portato così alla luce una rete di cunicoli scavati nel tufo che sembrano confluire tutti in una precisa area sotterranea. Il sistema idraulico doveva infatti prevedere il filtraggio dell’acqua che scorreva da sud a nord come tutte le altre canalizzazioni: un sistema di captazione e ridistribuzione che indica una centralizzazione pubblica nella gestione delle infrastrutture, proprio come avviene nelle città moderne.

 

Lo scavo di Vulci rappresenta anche il primo esperimento di ibridazione tra archeologia e neuroscienze: in parallelo al lavoro di scavo sono infatti state sperimentate tecniche di Eye-Tracking e EEG (elettroencefalogrammi) su gruppi di archeologi e non-archeologi, con l’obiettivo di studiare percezione, interpretazione e apprendimento durante uno scavo archeologico.

 

Tutti i dettagli sul sito ufficiale di Vulci 3000 Project