Anfora da trasporto di tipo SOS
Anfora da trasporto di tipo SOS
Produzione attica
Fine VII sec. a.C.
Ceramica dipinta
Il vaso è databile alla fase più tarda del gruppo di anfore SOS (così chiamate per il motivo decorativo caratteristico, qui dipinto sul collo, che alterna simboli simili a S e O), una tipologia di anfore da trasporto – probabilmente di olio d’oliva – prodotte in Attica.
Questo tipo di anfora era molto diffuso nel mondo greco: sono stati trovati esemplari ad Atene, Corinto, Rodi, Santorini, ma anche in Asia Minore, in Egitto e in diverse zone dell’Italia meridionale e della Sicilia. A Cerveteri e a Veio ne sono stati rinvenuti esemplari più antichi, mentre a Vulci sono noti modelli successivi, con leggere variazioni nella forma.
Su entrambi i lati dell’anfora è dipinta una farfalla, che rende il vaso eccezionale rispetto agli altri esemplari della produzione. Il dettaglio della farfalla dipinta, infatti, potrebbe suggerire un possibile riutilizzo del vaso come ossuario. La farfalla, richiamando la trasformazione dalla crisalide, poteva alludere al passaggio dalla morte alla vita ultraterrena: in Grecia il termine psyché indicava sia la farfalla sia l’anima immortale.
Infine, sulla spalla del vaso è incisa un’iscrizione in greco, kalós, che significa “bello”, scritta da destra a sinistra con alcune lettere capovolte e sovrapposte. Le anfore SOS presentano spesso iscrizioni, talvolta semplici abbreviazioni riferite alla capacità o all’ordine di carico, ma l’iscrizione kalós non pare finora attestata.